Sin da piccolo, Michele ha marciato lungo i giorni, i mesi e gli anni senza mai uno scarto, senza mai una ribellione. Unico, solido legame è quello con nonno Dino, ex partigiano, ora spento dall’Alzheimer. Ma un giorno, complice una lezione di judo saltata, Michele torna a casa prima del previsto e sorprende il padre, algido professore universitario, tra le braccia di una sua studentessa. Lo scossone emotivo lo sbalza fuori dai binari della sua educata regolarità, e lo sospinge verso Vera, una compagna di classe taciturna quanto spiazzante, che sembra l’unica in grado di capirlo. Quando i genitori, in un goffo tentativo di salvare il matrimonio, annunciano il trasferimento di loro tre in America, e quello conseguente di nonno Dino in casa di riposo, Michele alza la testa, e per la prima volta nella sua vita prende una decisione che scardina gli equilibri precari da cui è sempre stato condizionato. Accanto, si ritroverà proprio Vera, ma anche tutti i suoi oscuri segreti.
L’autore
Lorenza Ghinelli, riminese, ha raggiunto una grande popolarità con il suo primo romanzo, Il divoratore, a cui sono seguiti altri successi. Con La colpa è stata candidata al Premio Strega.
Almeno il cane è un tipo a posto è il suo primo romanzo rivolto a lettori adolescenti; l’autrice si è appassionata alla scoperta di questo pubblico al quale intende dedicarsi parallelamente a quello adulto e nella primavera 2017 è stato pubblicato, sempre da Rizzoli, il suo secondo romanzo per giovani adulti, Anche gli alberi bruciano.
Ercole è asserragliato sul tetto di un capannone, armato e circondato dalla polizia. Con lui c’è Luca, che ha sei anni. Come sono finiti lassù? Ercole Santià trascorre l’infanzia ricucendo gli strappi quotidiani della vita. Lui e sua sorella Asia tirano avanti a stento – con fantasia e caparbietà – insieme al padre, un personaggio tanto inadeguato quanto innocente; eppure, come tutti, crescono, vanno a scuola, s’innamorano. Finché, all’improvviso, ogni cosa attorno a Ercole inizia a crollare. Niente sembra in grado di fermare la slavina che lo sta travolgendo, nemmeno Viola, la ragazza che da qualche tempo illumina i suoi giorni. Convinto che quello di incasinarsi sia un destino scritto nel sangue della propria famiglia, è sul punto di arrendersi quando viene a sapere che la madre, di cui non ha notizie da anni, abita non lontano da lui. L’incontro con la donna lo metterà di fronte alla necessità di reagire compiendo una scelta drammatica. L’unica possibile, forse, se vuole cambiare il proprio destino e proteggere le persone che ama.
L’autore
Fabio Geda è nato a Torino nel 1972, dove tuttora vive e lavora. Si occupa di disagio minorile e animazione culturale. Collabora con “Linus” e con “La Stampa” sui temi del crescere e dell’educazione. Con la Scuola Holden su quelli della letteratura. Con Torino Sistema Solare su quelli dell’impegno civile.
Dopo aver vinto con il suo primo romanzo, Per il resto del viaggio ho sparato agli indiani (2007), il Premio Miglior Esordio Fahrenheit, si è aggiudicato nel 2009 il Premio Grinzane con L’esatta sequenza dei gesti. La fama definitiva è arrivata poi con la pubblicazione di Nel mare ci sono i coccodrilli (2010) in cui ha raccontato la vera storia di un ragazzo fuggito dall’Afghanistan conquistando l’attenzione di tutti i media. Fabio e Enaiatollah, il ragazzo protagonista che ha raccontato a Fabio la sua storia, sono stati ospiti insieme di diverse trasmissioni televisive. Il libro è già stato tradotto in oltre trenta paesi e da questa storia è stato tratto uno spettacolo teatrale. Nel 2015, assieme a Marco Magnone, ha pubblicato il primo volume di Berlin, una distopia ambientata in una Berlino Ovest degli anni 70 distrutta e divisa in fazioni popolate da adolescenti che devono fare i conti con un virus letale.
Fabio Geda ha un bellissimo sito nel quale si trovano non solo informazioni sui suoi libri, ma anche alcuni suoi articoli e sue opinioni su letteratura e l’attualità.
Edo è arrabbiato. Detesta i suoi professori – Voldemort, la Frigida, il Cetaceo. Non ha veri amici. Odia Cordaro, la sua città. Perché è caotica e sporca, ma soprattutto perché è piena di stranieri. E lui gli stranieri non li può vedere, in particolare i cinesi. Finché non incontra Yong. Chiara è una brava ragazza, fa volontariato, ha voti altissimi a scuola. Tiene un diario intitolato Memorie di un bruco sognatore. Per gli adulti è una da additare come esempio, per i suoi compagni è troppo seria. Finché non scopre Facebook. Raccontata a due voci, una storia che impasta amore, amicizia, pregiudizio; che trascina il lettore fino all’ultima pagina con continui colpi di scena; che fa emozionare, ricordare, sognare; che scatta una fotografia nitidissima della vita tra i social network, la scuola, i genitori; che mette a nudo il razzismo dei finti forti e il coraggio dei fragili. Che fa diventare adolescente anche chi non lo è mai stato.
L’autore
Marco Erba è nato in provincia di Milano nel 1981. Dopo la maturità classica e la laurea in lettere, ha lavorato per anni come giornalista di cronaca e come addetto stampa. Dal 2007 è insegnante di lettere in un liceo. La sua attività di scrittore nasce tra i banchi di scuola, nella relazione quotidiana con i ragazzi e con le loro vite. I suoi studenti sono stati i suoi primi editor.
Ha quattro figli, due naturali e due in affido.
Fra me e te è il suo primo romanzo.